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ASSOCIAZIONE MUSICALE ARTEVIVA Palazzo Causa Pia Villa - Piazza della Chiesa Vecchia, 4/6 - Cornaredo www.associazionearteviva.eu - info@ssociazionearteviva.eu
Sabato 1 novembre 2008 - ore 21.00 Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo - P.zza Libertà - Cornaredo
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Wolfgang Amadeus Mozart Messa da Requiem in Re Minore K 626
In memoria di Don Albino Panzeri (1937-2008)
Soprano: Ivanna SPERANZA Contralto: Simona FORNI Tenore: Mauro BONFANTI Basso: Daniele BICCIRE'
Direttore: Matteo BAXIU |
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La composizione del RequiemL'opera è legata alla controversa vicenda della sua morte, avvenuta il giorno successivo al completamento del Dies Irae. Stendhal, in Vite di Haydn, Mozart e Metastasio (1815), parla di un anonimo committente che incarica Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane una messa da requiem, dietro compenso di cinquanta ducati.
Secondo l'ipotesi avanzata da Stendhal, Mozart tentò di scoprire chi fosse il misterioso committente, ma quando le forze cominciarono a mancargli per il duro lavoro, non riuscendo ad identificare l'uomo, si convinse che la messa che stava componendo sarebbe stato il requiem del suo funerale.
Inoltre, allo scadere delle quattro settimane l'uomo si presentò per ritirare la composizione, che però Mozart non aveva ancora completato. Così, nonostante i sospetti del musicista, gli offrì altri cinquanta ducati e altre quattro settimane di tempo: inutili, poiché Mozart morirà di febbre e insufficienza renale lasciando l'opera incompiuta.
Oggi è certo che il committente fosse il conte Franz Walsegg-Stuppach, un nobile con velleità musicali che andava commissionando opere a compositori di professione, tramite degli intermediari, facendole poi passare per proprie. Nella fattispecie, il Requiem sarebbe divenuto un omaggio alla defunta moglie.
Secondo una seconda versione, sarebbe stato l'antagonista in musica Antonio Salieri - invidioso per il prestigio acquisito da Mozart, a suo discapito, presso la corte austriaca - a forzare il deperimento del già malato collega. È ciò che affermano Aleksander Puškin nel suo racconto Mozart e Salieri (1830), il drammaturgo Peter Shaffer in Amadeus (1978) e il regista Milos Forman (su sceneggiatura di Shaffer) in Amadeus (1984). È da sottolineare come questa versione sia del tutto romanzata e non vi sia alcun elemento che possa correlare la morte di Mozart con le azioni di Salieri.
La vedova di Mozart, Constanze, delegò il completamento del Requiem (furono rinvenute decine di spartiti alla rinfusa sulla scrivania del compositore) a tre allievi del marito, per meglio avvicinarsi agli intenti originari: Joseph Eybler, Franz Freistädler e, infine (nel 1800), Franz Xaver Süssmayr, che diede l'apporto più rilevante all'opera finale.
Breve analisi musicaleComposto per orchestra, coro e quattro solisti nella tonalità di Re minore, il Requiem mozartiano apre uno spiraglio al nascente spirito romantico d'origine tedesca pur ammiccando all'armonia classica di cui l'autore è il più sublime fautore.
In questa partitura si fondono momenti di straordinario senso teatrale melodrammatico ad altri brani rigorosamente classicheggianti. Fra i momenti di maggiore ispirazione drammatica spicca sicuramente il Lacrimosa. Il compositore riesce, attraverso l'utilizzo di brevi frasi di crome ascendenti e discendenti assegnate ai violini contornate da una scrittura corale di ampio respiro, a creare un effetto di pianto a stento trattenuto, di preghiera umile e devota con un Amen conclusivo in forte che esprime tutto il fervore religioso dell'autore. Il Lacrimosa è per questi motivi da sempre considerato un banco di prova importante per direttori d'orchestra.
Per contrasto la rigorosissima fuga del Kyrie pone non pochi problemi di precisione ritmica e intonazione al coro, senza per altro cedere di un passo dalla drammaticità che impregna l'intera partitura mozartiana.
Infine un pezzo ricorrente fra i repertori sacri di molti cantanti lirici solisti è lo splendido Tuba Mirum nel quale la teatralità del compositore si fonde in modo egregio con la sacralità del testo, descritto attraverso un sapientissimo utilizzo, prima separato poi unito, delle quattro voci soliste.
Requiem
Requiem aeternam
Kyrie eleison
Dies irae
Tuba mirum
Rex Tremendae
Recordare
Confutatis
Lacrimosa
Domine Jesu
Hostias
Sanctus
Benedictus
Agnus Dei
Gli affreschi della Chiesa Parrocchiale di Cornaredo Santissimi Giacomo e Filippo, recentemente restaurati, sono stati eseguiti dal pittore
David Beghè (1854 - 1933)
Nato a Calice al Cornoviglio (La Spezia) il 3 maggio 1854.
Dopo aver effettuato gli studi in tale comune, segue i corsi all'Accademia di Belle Arti di Carrara ed ottiene il diploma corrispondente nel 1870.
Abbandona successivamente la città di Carrara per trasferirsi a Milano presso uno zio sacerdote.
A Milano si iscrive ai corsi regolari di architettura presso il Politecnico della città, ma la sua grande passione per la pittura lo spinge a continuare i propri studi all'Accademia di Belle Arti di Brera.
Presso questa Accademia segue il ciclo completo di studi sotto la direzione di due tra i più famosi pittori dell'epoca, Francesco Hayez e Giuseppe Bertini. Il pittore Giovanni Valtorta gli insegnerà in seguito i segreti dell'affresco. Si diplomò nel 1875 in Storia dell'Arte.
Egli assunse nelle sue opere un'impronta personale pur rimanendo fedele alla scuola romantico-figurativa dell'epoca. Si dedicò prevalentemente all'arte sacra, non trascurando tuttavia il ritratto ed il paesaggio. Essendo profondamente credente, potè trasfondere nelle sue opere una non comune spiritualità.
Operò principalmente in provincia di Como, Genova, La Spezia, Milano e Varese. Si possono ancora ammirare i suoi affreschi nelle chiese dei seguenti comuni:
Diverse sue tele fanno parte di collezioni private. I suoi condiscepoli più quotati furono Ludovico Pogliaghi, Giovanni Segantini e Cesare Tallone. Oltre alla sua opera artistica, concorrevano a farlo amare da chiunque lo avvicinasse le qualità umane che lo portavano ad interessarsi di ogni nobile iniziativa, soprattutto nel campo sociale.
Morì il 17 gennaio 1933. Le spoglie riposano nella cappella di famiglia del cimitero di Santa Maria (Comune di Calice). |
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