Stagione

Teatrale

La Filanda

 

Venerdì

12 novembre 2021

Auditorium La Filanda

Ore 21.00

CORRADO D'ELIA

Iliade

da Omero

Progetto e regia di Corrado D'ELIA

Scene e grafica di Chiara SALVUCCI

Con: CORRADO D'ELIA

 

 

Essere miti, questo vuol dire essere forti (Omero, Iliade)

Uno degli “album” di Corrado d'Elia più sentiti ed appassionati, uno spettacolo ricco di emozioni e dalla potenza evocativa straordinaria.
Ascoltare Iliade davanti ad un moderno cantore, ad un aedo contemporaneo, vuol dire riavvolgere quel filo che collega anche oggi, soprattutto oggi, mito, epica, narrazione e presente. 

L’Iliade non è solo uno dei pilastri della nostra letteratura, ma è anche l'archetipo e il paradigma del nostro sentire. È l'origine, il master, il conio da cui ancora oggi muoviamo per raccontare e immaginare le nostre passioni, le nostre vite, le nostre relazioni e la nostra storia.
I sentimenti degli esseri umani non hanno tempo. E l'amore e l'odio che Omero cantava quasi 3000 anni fa, le gesta di quei grandi uomini, le loro passioni, sono i medesimi di oggi, hanno la stessa potenza dirompente, la stessa intensa capacità di emozionarci e di farci riflettere.

Ognuno di noi, anche chi non lo sa, anche chi non lo immagina, è intriso fino al midollo dell'umanità del mito. Da li veniamo tutti. A quell'origine tutti apparteniamo.

Per questo ancora oggi sentiamo l'urgenza di raccontare questa storia straordinaria. Non solo per unirci ad un rito antico come il tempo, ma per vivere appieno il suo straordinario percorso di umanità e di contemporaneità.

NOTE DI REGIA

Una riscrittura a nuovo, in forma rigorosamente poetica, come l'originale, per essere raccontata ad alta voce. Logos ed Epos incontrano così il nostro tempo nell'unica forma possibile, la ποίησις (poiesis), nel suo senso primo e originale, la creazione.
Le parole trovano allora il coraggio di rivelarsi nel loro senso più vero, più alto, più puro, diventano luogo dell'anima, reagendo alla perdita di significato che ogni giorno il nostro tempo ci propina. L'antico si fa contemporaneo e l'ancestrale si incarna nel tempo nuovo.
Ne nasce uno spettacolo “interrotto” da 10 stanze.

Stanze che sono momenti di riflessione, elegia e salmo su cui ogni tanto fermarsi e meditare; trovare il tempo giusto per comprendere ed assimilare fino in fondo.