CINEMATOGRAFO LA FILANDA

Venerdė 3 maggio - ore 21.00
Sabato 4 maggio - Ore 21.00
Domenica 5 maggio - Ore 16.00 - 21.00

back to black

Regia di Sam Taylor-Johnson.
Con Marisa Abela, Ryan O'Doherty,
Jack O'Connell (II), Eddie Marsan.

CINEMATOGRAFO LA FILANDA

PROSSIMAMENTE

CIVIL WAR

Regia di Alex Garland.

Con Nick Offerman, Kirsten Dunst,
Wagner Moura, Jefferson White, Nelson Lee.

Cinematografo La Filanda

 

Venerdì
3 maggio

Ore 21.00


Sabato
4 maggio

Ore 21.00

 

Domenica
5 maggio

Ore 16.00 - 21.00


 


Trailer

 

Back to Black


Regia di Sam Taylor-Johnson.
Con Marisa Abela, Ryan O'Doherty, Jack O'Connell (II), Eddie Marsan, Lesley Manville.

 

"Voglio che la gente senta la mia voce e dimentichi i suoi problemi per cinque minuti. Voglio essere ricordata per la mia voce, per i concerti, per essere stata me stessa".

Così dicono le due uniche voci off di Back to Black, film che sembra voler far pace con i demoni interiori della talentuosissima Amy Winehouse, scomparsa nel 2011 all'età di 27 anni.

Nata e cresciuta a Londra, famiglia di origini ebraiche, genitori divorziati, Amy Jade Winehouse è una giovane donna libera, con un amore spiccato per la musica jazz, sense of humour e gusto per l'imprecazione. Il suo stile rétro è direttamente ispirato all'adorata nonna paterna Cynthia, ex cantante professionista, sua "icona di stile, icona di tutto". Amy ha voce potente, estensione, groove, è cresciuta ascoltando musica afroamericana.

Se non si conoscessero le sue fattezze, potrebbe tranquillamente passare per una cantante black. Corpo da uccellino, tempra da leonessa, firma il suo primo contratto a diciotto anni, con già le idee molto chiare sul concetto di presenza scenica. Nessuno sa tenerle testa e nessun uomo sa starle vicino come lei vorrebbe. Lo dichiara in Stronger Than Me, uno dei brani di Frank, il suo album di debutto che arriva tredicesimo in classifica nel Regno Unito ("non ricordo più la gioia dell'amore giovane / mi sento una signora e tu il mio lady boy"). Tutto cambia quando al "The Good Mixer" di Camden entra Blake Fielder-Civil, tossicomane che la seduce mimando Leader of the Pack delle Shangri-Las. È colpo di fulmine, inizio di una relazione devastante per entrambi.

L'amore, le canzoni.

Con un'operazione di zoom chirurgico, Sam Taylor-Johnson e Matt Greenhalgh, già al lavoro sulle biografie di Ian Curtis (Control) e di John Lennon (Nowhere Boy), scelgono di assumere il più possibile il punto di vista della cantante, passando per i suoi sentimenti, le sue dichiarazioni (talvolta inserite in modo un po' didascalico).

Soprattutto costruiscono la struttura del film attorno ai testi dei suoi brani, diretta emanazione della sua vita. Tagliano fuori l'infanzia, escludono il flashback, mettono subito fuori gioco la madre Janis e l'amica Juliette, pure presenze decorative, fanno solo un rapido accenno ai disturbi alimentari di Amy. Non indagano, se non superficialmente, il ruolo dei discografici sulla sua traiettoria. Per dare spazio, accanto alla coppia Amy/Blake, solo a Cynthia e Mitch, l'unica figura di riferimento solida, e il padre, che è a conoscenza delle dipendenze della figlia ma non sa aiutarla, se non quando è lei a chiederglielo.


Prossimamenta al Cinematografo La Filanda

 

 


 


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Civil War


Regia di Alex Garland.
Con Nick Offerman, Kirsten Dunst, Wagner Moura, Jefferson White, Nelson Lee.

 

In una New York a corto di acqua e dove la guerra è arrivata in forma di terrorismo, con attentati kamikaze, il giornalista Joel e la fotografa Lee hanno deciso che è rimasta una sola storia da raccontare: intervistare il Presidente degli Stati Uniti, da tempo trinceratosi a Washington mentre dilaga una feroce Guerra Civile.

Partono così per un viaggio verso la capitale, cui si aggregano l'anziano e claudicante giornalista Sammy e la giovane fotografa Jessie, che vede in Lee un modello da seguire. Contro quel che resta del governo si muovono le truppe congiunte Occidentali di Texas e California, ma la regione che i giornalisti attraverseranno nel loro viaggio non è fatta di battaglie campali tra schieramenti ed è invece preda di un caos di microconflitti e atrocità.

Il film più provocatorio dell'anno, e il più costoso mai prodotto da A24, non offre spiegazioni bensì scuote dispiegando un violentissimo conflitto, ambientato in America ma rivolto più in generale al degrado della Democrazia.

Il regista Alex Garland ha infatti dichiarato che se negli Stati Uniti certe cose sono esacerbate, per esempio dall'onnipresenza delle armi da fuoco, ci sono guerre civili che sono state combattute a colpi di machete e hanno comunque fatto decine di migliaia di morti. Garland dice che avrebbe potuto ambientare il film pure nella sua Inghilterra o in qualsiasi altra democrazia, perché alla vera origine di questa Civil War c'è la demonizzazione dell'avversario politico, l'assunzione di entrambe le parti di una posizione di presunta superiorità etica che squalifica la parte avversa e impedisce ogni confronto, allargando sempre più le divisioni.