Stagione Teatrale

La Filanda

 

Venerdì

17 marzo 2017

Auditorium La Filanda

Ore 21.00

TeatRing

Tu, mio.

Liberamente ispirato al romanzo di Erri De Luca.

Adattamento e Regia: Marianna ESPOSITO
Con: Ettore DI STASIO e Marianna ESPOSITO

 

"Tu, mio" è il titolo del romanzo di Erri De Luca (edito nel 2013 da Feltrinelli), che rimanda ad un linguaggio primordiale, infantile, semplice. É la storia di Enrico, un sedicenne, che nel corso di una estate lascia la leggerezza dell'adolescenza per entrare nella vita un po' ruvida degli adulti. Complice il mare, che diventa maestro di vita, con le sue insidie, la sua bellezza e la passione che genera, ed una ragazza più grande. É Caia, che si finge rumena per allontanare il ricordo dell'olocausto che ha sconvolto il suo recente passato di ebrea. Sullo sfondo vi è infatti la seconda guerra mondiale conclusa da appena 10 anni, ma rimasta incagliata negli animi di chi l'ha vissuta. Nessuno del mondo degli adulti ne vuole parlare, ma Enrico vuole conoscerla, non dai libri ma da loro.

La regia di Marianna Esposito riporta gli elementi presenti nel romanzo rispettandone tutta la poetica, ma li assembla liberamente in una storia delicata, che si snoda su un piano temporale diverso offrendo in più, un lieto fine, che arriva come una carezza al cuore, un alito di speranza. Sul palco, che ha uno sfondo nero forse per ricordare il buio della guerra, un uomo anziano ammira il mare da una panchina. Una donna, anziana anch'ella, gli si avvicina per naufragare con lo sguardo in quella distesa di luce e di acqua, nonostante i rumori di una discoteca. Ma appena lo sguardo dei due si incontra, un fremito percorre le loro membra e in quei corpi stanchi, un po' curvi, irrigiditi dall'età, torna il fuoco dell'adolescenza.

Basta una mezza giravolta ed i due attori si muovono convulsamente, in preda all'eccitazione giovanile, spostando continuamente le tre panche ora presenti sul palco, che diventano sdraio, tavole, barche da tirare in secca quando il mare si gonfia. La macchina del tempo, complice il teatro, ci ha portato indietro in una calda estate del '55. Gli americani, i tedeschi, le SS, il padre di Caia col suo cappello di feltro, lo sterminio degli ebrei, appaiono come ombre frettolose sul palco e nell'animo di entrambi i ragazzi: Caia perchè testimone oculare di quel momento, Enrico per il suo esatto contrario e perchè, sentendo l'ingiustizia del mondo, la vorrebbe correggere. Le note di canzoni del dopoguerra, ed anche un canto ebraico, echeggiano nel teatro.

Lo spettacolo è per tutti, per adulti ed adolescenti. La semplicità della scena dà centralità ai due bravi attori e alle emozioni che creano.

La compagnia TeatRing torna ad occuparsi di storie comuni attraverso le quali vibrano i cuori e il coraggio di eroi nascosti; in questo caso, giovani eroi che imparano a vivere e ad amare nello spazio di un’estate e che cercano di suturare ferite profonde (come la guerra, l’antisemitismo, il dolore e la perdita) con le risorse inesauribili dell'essere umano messo alle strette. Il linguaggio è quello che, da sempre, contraddistingue la ricerca di TeatRing: un tessuto drammaturgico dove il corpo, le scene, la voce e l’anima degli attori sono essi stessi il testo. Nessuno di questi elementi è mai puramente decorativo, ma tutto concorre a creare una storia fatta di immagini, metafore ed emozioni.