APRILE D'ESSAI

Giovedė 5 aprile - Ore 21.00

Ricomincio da noi


Regia di Richard Loncraine.

Con Imelda Staunton, Timothy Spall,
Celia Imrie, David Hayman.

APRILE D'ESSAI

Giovedė 12 aprile - Ore 21.00

Ore 15:17

Attacco al treno


Regia di Clint Eastwood.

Con Anthony Sadler, Alek Skarlatos,

APRILE D'ESSAI

Giovedė 19 aprile - Ore 21.00

Lady Bird



Regia di Greta Gerwig.

Con Saoirse Ronan, Laurie Metcalf,
Tracy Letts, Lucas Hedges,

APRILE D'ESSAII

Giovedė 26 aprile - Ore 21.00

Red Sparrow



Regia di Francis Lawrence.

Con Jennifer Lawrence, Joel Edgerton,
Charlotte Rampling, Jeremy Irons.

APRILE D'ESSAI

Giovedė 22 marzo - Ore 21.00

La forma dell'acqua


Regia di Martin McDonagh
Con Frances McDormand
e Woody Harrelson

Aprile d'essai

Giovedì
5 aprile 2018

Ore 21.00

 

Biglietti:

Intero € 4,00

 

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Ricomincio da noi

Regia di Richard Loncraine.
Un film con Imelda Staunton, Timothy Spall, Celia Imrie, David Hayman, John Sessions, Joanna Lumley.

Quando Sandra scopre che suo marito, campione di tennis e di rispettabilità, la tradisce da anni con una presunta amica, cerca rifugio a casa della sorella Elizabeth, detta Bif, che non frequenta da troppo tempo. Bif conduce una vita molto diversa da quella di "Lady" Sandra e cerca di godersi la vecchiaia con gli amici di un corso di ballo. Sandra, inizialmente diffidente e chiusa nel proprio dolore, scoprirà con loro la possibilità di riprendere il controllo della propria vita e dei propri desideri.

Avrebbe potuto intitolarsi "Sandra e Charlie", perché in fondo è l'incontro sentimentale tardivo ma mai troppo tra i personaggi di Imelda Staunton e Timothy Spall a tendere il filo su cui cammina, invece il film di Loncraine s'intitola, nella versione originale, "Finding your feet".

"Finding your feet" significa "rimettersi in piedi" perché il film parla sì della protagonista ma anche di quel coro di personaggi che fa belle le commedie inglesi e che, in questo caso, cerca insieme il proprio passo, fuori e dentro la classe di ballo.

Ma i piedi del titolo originale hanno un'altra ragione d'essere, perché funzionano come immagine del cambiamento di Sandra: dapprima scomodamente impettita su scarpe alte, simboli di quel piedistallo sociale fasullo dal quale pensa di poter guardare il resto del mondo dall'alto in basso, man mano ritroverà se stessa in un processo di spoliazione anche letterale, che la vedrà disfarsi del tutto delle scarpe per correre a piedi nudi verso un nuovo inizio.


Aprile d'essai

Giovedì
12 aprile 2018

 

Biglietti:
Interi Euro 4.00

 

 

 

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Ore 15:17

Attacco al treno

Regia di Clint Eastwood.
Con Anthony Sadler, Alek Skarlatos, Spencer Stone, Jenna Fischer, Judy Greer.

Spencer Stone, Alek Skarlatos e Anthony Sadler s'incontrano la prima volta dal preside, sulla panchina dell'anticamera, in attesa di un rimprovero.

Saranno ancora insieme molti anni dopo, a Parigi, davanti al Presidente della Repubblica, per ricevere la legione d'onore.

In mezzo c'è un'amicizia lunga una vita, la scelta di arruolarsi (per due su tre di loro), un viaggio estivo in Europa e un treno, il Thalis delle 15:17 da Amsterdam a Parigi, che cambierà le loro vite e quelle di molte altre persone.

Clint Eastwood racconta i fatti del 21 agosto del 2015, quando tre ragazzi di Sacramento sventarono un attacco terroristico fermando a mani nude un armatissimo miliziano dell'ISIS, pronto a fare una strage.

Lo fa basandosi sulle loro memorie, affidate ad un libro, e scegliendo una strada molto poco frequentata, specie in questo genere, chiedendo ai veri protagonisti di interpretare loro stessi.
E si potrebbe facilmente crederli tre attori consumati, nonostante un doppiaggio non impeccabile, se non fosse che l'eccesso di realismo pesa, in altri modi e altri momenti.

Costruito in maniera affine ad American Sniper, 15:17 Attacco al treno avrebbe potuto diventare l'altra parte del dittico, il suo Lettere da Iwo Jima (non a caso citato tra i manifesti di film di guerra in casa di Spencer adolescente): da un lato il cecchino leggendario, che abbatte il nemico con numeri a tre cifre, dall'altro la schiappa, che però avverte la stessa predestinazione, e finisce a tu per tu con un unico avversario, che ne nasconde cento.

Il discorso dei superiori durante l'addestramento è un'evidenza immediata di questa specularità: esaltato, offensivo e spietato, in American Sniper, uguale per premesse e contenuti ma ribaltato nel tono, in quest'ultimo caso.


Aprile d'essai

Giovedì
19 aprile 2018

Ore 21.00

 

Biglietti:

Intero € 4,00

 

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Lady Bird

Regia di Greta Gerwig.
Con Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy Letts, Lucas Hedges, Timothée Chalamet.

Christine rifiuta il nome che le è stato attribuito, per usarne uno che si è scelto: Lady Bird. Odia Sacramento, dove non succede nulla, e sogna New York. Nella lotta per affermare le proprie scelte la asseconda il padre disoccupato, ma non la madre infermiera, preoccupata per il suo futuro.

Sotto le mentite spoglie del racconto di formazione di area indie, Greta Gerwig, al suo debutto da regista in solitudine, confeziona un'opera generazionale e universale, capace di comunicare al di là delle barriere culturali.

Dove il compagno e mentore Noah Baumbach - con cui Gerwig ha scritto Frances Ha - privilegia un contesto newyorchese intellettualmente raffinato (e le sue storture), Gerwig guarda al proprio passato in provincia, modellando l'esperienza autobiografica sulle fattezze di Lady Bird.

Lady Bird è una ragazza difficile che a Sacramento - il "Midwest della California" - si sente prigioniera. Obbligata a frequentare una scuola cattolica, a coltivare amicizie poco soddisfacenti, a veder sfuggire di fronte a sé la possibilità di partecipare alla verve culturale della lontana East Coast.

Lady Bird sembra prevedere tutti i passaggi narrativi obbligati del coming of age contemporaneo, ma ognuno di questi presenta una particolarità che lo rende irriducibile all'omologazione. Gli stereotipi sono spesso ribaltati e non si avverte mai l'ombra di retorica né di sentimentalismi consolatori.

Anziché ricorrere all'aneddotica mumblecore, Gerwig racconta la propria adolescenza con una scarna e schietta prosa carveriana, senza edulcorare nulla, dando solo l'impressione di mantenere gli episodi più divertenti o drammatici. Per fare questo si affida a una interprete sempre più sorprendente, la ventitreenne Saoirse Ronan, un miracolo di duttilità e di trasformismo già osservato nel recente Brooklyn.


Aprile d'essai

Giovedì
26 aprile 2018

Ore 21.00

 

Biglietti:

Intero € 4,00

 

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Red Sparrow

Regia di Francis Lawrence.
Con Jennifer Lawrence, Joel Edgerton, Matthias Schoenaerts, Charlotte Rampling, Jeremy Irons.

Dominika Egorova è la prima ballerina del Bolshoi e la figlia di una donna sola e ammalata, di cui si prende cura con affetto e devozione. Quando un brutto incidente pone bruscamente fine alla sua carriera sulle punte, minacciando la sussistenza economica della madre, Dominika accetta la proposta dello zio Vanja, potente vicedirettore del SVR, di servire il governo di Mosca divenendo una Sparrow: un'agente pronta a tutto, un'arma di seduzione letale. Dentro di sé, però, la ragazza disprezza i metodi del governo e coltiva un piano segreto.

Tratto da un romanzo di spionaggio di grande successo, esordio letterario dell'ex agente della CIA Jason Matthews, nelle mani del regista di tre Hunger Games e della loro eroina, Red Sparrow ci guadagna su due fronti opposti e contraddittori, divenendo un film più magnetico e accattivante, da una parte, ma anche molto più scoperto e ingenuo dall'altra, il ché non è esattamente una qualità in materia di spie e spionaggio.

Il magnetismo è prerogativa assoluta di Jennifer Lawrence: l'obiettivo del regista si pone totalmente al suo servizio, ammaliato come ogni personaggio sulla sua strada; ne illumina e scandaglia il corpo e la mente, finendo per arrendersi al mistero di entrambi, al termine di ogni scena, e per restituire una perfetta sincronia tra i movimenti della trama, numerosi e ben articolati, e il "balletto" psicologico della protagonista.


Aprile d'essai

Giovedì
5 maggio 2018

Ore 21.00

 

Biglietti:

Intero € 4,00

 

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La forma dell'acqua

Regia di Guillermo Del Toro.
Con Sally Hawkins, Michael Shannon (II), Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg.

Elisa, giovane donna muta, lavora in un laboratorio scientifico di Baltimora dove gli americani combattono la guerra fredda. Impiegata come donna delle pulizie, Elisa è legata da profonda amicizia a Zelda, collega afroamericana che lotta per i suoi diritti dentro il matrimonio e la società, e Giles, vicino di casa omosessuale, discriminato sul lavoro.

Diversi in un mondo di mostri dall'aspetto rassicurante, scoprono che in laboratorio (soprav)vive in cattività una creatura anfibia di grande intelligenza e sensibilità. A rivelarle è Elisa. Condannata al silenzio e alla solitudine, si innamora ricambiata di quel mistero capace di vivere tra acqua e aria. Ma il loro sentimento dovrà presto fare i conti con una gerarchia ostile incarnata dal dispotico Strickland. In piena corsa alle stelle contro i russi, gli Stati Uniti non badano a spese e a crudeltà. Per garantirsi e garantire al suo Paese un futuro stellare, Strickland è deciso a tutto.

È sufficiente osservare l'arte contemporanea per convincersi degli effetti suscitati dalle trasformazioni della vita acquatica sull'ecosistema e di conseguenza sulla vita degli uomini. Da Damien Hirst, che valorizza il corallo minacciato dal riscaldamento degli oceani, a Suzanne Husky e alle sue sirene, il fondo marino ossessiona numerosi artisti.

Se alcuni tra loro sondano quello che si gioca oggi nella profondità dei fondali, altri ci pescano una mitologia ancestrale e una nuova inquietudine. Architetto di incubi, Guillermo del Toro si iscrive nella seconda categoria, rinnovando le affinità, umide e furiose, che gli esseri umani intrattengono con il mondo marino. Sospeso tra nevrosi terrestri (la Guerra Fredda e l'irriducibile paura del diverso) e iridescenze acquatiche, The Shape of Water inventa sotto i nostri occhi un nuovo continente, tra mare e terra, scongiurando l'annegamento con la potenza dei fantasmi.