APRILE D'ESSAI

Giovedì 4 aprile - ore 21:00

la favorita


Regia di Yorgos Lanthimos.
Con Olivia Colman, Emma Stone,
Rachel Weisz, Nicholas Hoult.

APRILE D'ESSAI

Giovedì 11 aprile - ore 21:00

domani

è un altro giorno


Regia di Simone Spada.
Con Valerio Mastandrea, Marco Giallini,
Anna Ferzetti, Andrea Arcangeli.

APRILE D'ESSAI

Giovedì 18 marzo - ore 21:00

II PROFESSORE

E IL PAZZO


Regia di Farhad Safinia.
Con Mel Gibson, Sean Penn,
Eddie Marsan, Natalie Dormer.

APRILE D'ESSAI

Giovedì 25 marzo - ore 21:00

sofia


Regia di Meryem Benm'Barek.
Con Maha Alemi, Sarah Perles,
Lubna Azabal, Faouzi Bensaïdi.

APRILE D'ESSAI

Mercoledì 1° maggio - ore 21:00

Bohemian Rhapsody


Regia di Bryan Singer.
Con Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee,
Ben Hardy, Joseph Mazzello.

APRILE D'ESSAI

Giovedì 2 maggio - ore 21:00

A Star is born


Regia di Bradley Cooper.
Con Bradley Cooper, Lady GaGa,
Sam Elliott, Andrew Dice Clay

APRILE D'ESSAI

Giovedì 9 maggio - ore 21:00

c'e tempo


Regia di Walter Veltroni.
Con Stefano Fresi, Giovanni Fuoco, Simona Molinari, Francesca Zezza.

Aprile d'Essai

Giovedì
4 aprile 2019

Ore 21.00

 

Biglietti:

Interi Euro 4.00

 

 

 

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La Favorita

Regia di Yorgos Lanthimos.

Con Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwyn, James Smith

Inghilterra, 18esimo secolo. La regina Anna è una creatura fragile dalla salute precaria e il temperamento capriccioso. Facile alle lusinghe e sensibile ai piaceri della carne, si lascia pesantemente influenzare dalle persone a lei più vicine, anche in tema di politica internazionale.

E il principale ascendente su di lei è esercitato da Lady Sarah, astuta nobildonna dal carattere di ferro con un'agenda politica ben precisa: portare avanti la guerra in corso contro la Francia per negoziare da un punto di forza - anche a costo di raddoppiare le tasse sui sudditi del Regno.

Il più diretto rivale di Lady Sarah è l'ambizioso politico Robert Harley, che farebbe qualunque cosa pur di accaparrarsi i favori della regina. Ma non sarà lui a contendere a Lady Sarah il ruolo di Favorita: giunge infatti a corte Abigail Masham, lontana parente di Lady Sarah, molto più in basso nel sistema di caste inglese.

Quel che non manca ad Abigail però sono la bellezza e l'istinto di sopravvivenza, sviluppato in decenni di abusi e prepotenze subìte. Quale delle due donne riuscirà ad insediarsi per sempre come Favorita della regina?

Yorgos Lanthimos applica la sua visione nichilista ad un trio tutto al femminile e a una società teatro di sanguinosi conflitti di classe. E proprio perché il contesto e le tre protagoniste hanno motivi condivisibili per essere spietate, la storia esce dall'astrazione metafisica che aveva caratterizzato i lavori precedenti del regista.

La Favorita è calato in un contesto storico e politico ben preciso, e racconta senza troppe esagerazioni la condizione femminile come un percorso a ostacoli all'interno di un mondo patriarcale che lascia alle donne pochissimi spazi di manovra, e ancor minori difese. L'unica donna che conta, qui, è la regina, ma questo non la sottrae alle logiche del potere declinato al maschile, che si esprime al grado zero con l'ennesima guerra.

Anna è una bambina mai cresciuta (e impossibilitata a veder crescere i suoi numerosi figli) capace di improvvise gentilezze e di altrettanto imprevedibile ferocia. Una creatura sola e malata al crocevia degli interessi degli altri, mascherati da ossequio o da affetto. Ma al contrario di ogni altro cittadino inglese, la regina può dire: "Si fa così perché lo dico io" - il che è il sogno di ogni bambino viziato, oltre che la più elementare espressione del potere assoluto. Per questo l'ironia che colora tutta la narrazione è maliziosa e puerile, incline al dispetto più ancora che al sopruso, e solleva (finalmente) la narrazione dal registro plumbeo di molto Lanthimos precedente.


Aprile d'Essai

Giovedì
11 aprile 2019

Ore 21.00

 

Biglietti:

Intero € 4,00

 

 

 

 

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Domani è un altro giorno

Regia di Simone Spada.

Con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Anna Ferzetti, Andrea Arcangeli, Jessica Cressy

Tommaso e Giuliano sono due amici per la pelle. Uno vive in Canada, l'altro a Roma. Uno è taciturno, l'altro esuberante. Uno ha paura dell'aereo, l'altro è capace di improvvisare un'andata e ritorno per Barcellona in giornata.

Quando Giuliano, malato gravemente, prende una decisione irreversibile, Tommaso supererà la paura di volare e andrà a trovarlo a Roma per passare insieme quattro giorni di amicizia e condivisione. I due non sono soli: con loro c'è l'inseparabile cane Pato.

Come comportarsi quando il tuo migliore amico è in fin di vita? Come comportarsi quando sei tu, ad essere in fin di vita? Come reagire, in sostanza, a una malattia che non lascia scampo? Ruota tutta intorno a simili interrogativi esistenziali il nuovo, prezioso, film di Simone Spada.

Prezioso non in quanto a originalità - è il remake dell'argentino Truman, ma di film sul tema ne è pieno il cinema, non ultimo Euphoria di Valeria Golino - bensì per il tono che riesce a mantenere dal primo all'ultimo minuto. Un tono smaccatamente tragicomico, come la vita. O come le grandi commedie di un tempo, capaci di far ridere, riflettere e commuovere al tempo stesso.

Il tema è amaro, ma Spada ha il privilegio di consegnarlo a due professionisti capaci di reggere tra le mani senza mai bruciarsi il magma di una storia che ha molto di disperante, eppure alla disperazione nera non cede mai. È un dialogo a due voci malinconico e scanzonato, Domani è un altro giorno, un valzer degli addii che si basa sulla perfetta alchimia della consolidata coppia di amici e colleghi Valerio Mastandrea / Marco Giallini. Quest'ultimo è senza dubbio alla sua miglior prova di attore: dà sfoggio a tutta la sua abilità incredibile - ma sullo schermo credibilissima - nel cambiare continuamente tono ed espressione, passando nel giro di pochi attimi dal riso al pianto, dall'angoscia all'ironia più graffiante.


Aprile d'Essai

Giovedì
18 aprile 2019

Ore 21.00

 

Biglietti:

Intero € 4,00

 

 

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Il Professore e il Pazzo

Regia di Farhad Safinia.

Con Mel Gibson, Sean Penn, Eddie Marsan, Natalie Dormer, Jennifer Ehle, Steve Coogan.

Dopo anni di stallo, nel 1879, la grande impresa di redazione dell'Oxford English Dictionary, trovò nuova linfa, e vide più tardi la luce della pubblicazione, grazie al lavoro infaticabile del professor James Murray e dei volontari di tutto il mondo a cui si era appellato, nella ricerca di individuare e spiegare ogni parola della lingua inglese.

Tra questi, il più solerte e affidabile mittente di schede, era un uomo che si firmava W.C. Minor, che Murray scoprì risiedere nel temibile manicomio di Broadmoor. Anni prima, infatti, vittima di una gravissima paranoia, Minor aveva ucciso per errore un passante, scambiandolo per il suo persecutore immaginario, e lasciando la moglie di lui vedova con sei figli da sfamare.

Il "professore", James Murray, non aveva una laurea, era figlio di un sarto e autodidatta. Il "pazzo" era un uomo di cultura, medico chirurgo, traumatizzato dagli orrori della guerra e dal più accanito dei nemici: se stesso, il suo senso di colpa.

L'uno era scozzese, l'altro americano. Più simili, cioè, di quanto si potesse immaginare, accomunati dall'estraneità alla convenzione, e poi, dopo anni di scambio epistolare, legati tra loro, esattamente come sono legate tra loro le entrate di un dizionario. Non a caso, i loro primi incontri, nel film, sono raccontati attraverso un dialogo singolare, un gioco di lemmi, che è sfoggio di passione e erudizione, e riesce, insieme alle scene quotidiane di lavoro nello scriptorium di Murray, nella sfida più intrepida, quella che dà carattere al film e al libro di partenza prima di lui: rendere appassionante il mestiere del lessicografo.


Marzo d'Essai

Giovedì
25 aprile 2019

Ore 21.00

 

Biglietti:

Intero € 4,00

 

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Sofia

Regia di Meryem Benm'Barek.

Con Maha Alemi, Sarah Perles, Lubna Azabal, Faouzi Bensaïdi, Nadia Niazi, Hamza Khafif

A Casablanca, in Marocco, la ventenne benestante Sofia viene colpita da un malore durante una cena ed è costretta a rivelare alla cugina Lena di essere incinta e di aver rotto le acque.

Raggiunto di nascosto l'ospedale, Sofia dà alla luce una bambina, ma a causa delle severissime leggi marocchine sul sesso fuori dal matrimonio (che prevedono condanne fino a un anno di carcere) è costretta a rintracciare il padre prima che l'ospedale avvisi le autorità.

Non potendo nascondere la cosa ai familiari, Sofia e Lena si recano con le rispettive madri nella casa del ragazzo - che si chiama Omar e vive in un quartiere popolare - e qui viene intavolata una contrattazione che dovrà portare a un matrimonio riparatore. Il buon nome della famiglia di Sofia sarà salvo, mentre Omar e i suoi parenti troveranno un'insperata occasione di riscatto sociale.

Una donna e il suo segreto impossibile da nascondere. Un Paese islamico e il suo rapporto irrisolto con la sessualità. Una società divisa in classi ma unita dagli interessi economici.

Sofia è ricca ma poco bella, un brutto anatroccolo rispetto alla madre e alla zia, signore eleganti della buona società di Rabat, e soprattutto alla cugina e coetanea Lena, che ha lineamenti fini, un padre francese ed è medico. Sofia è protetta dal benessere della sua famiglia, ma non ha un lavoro o un'idea di cosa fare nella vita. Il bambino che porta in grembo all'insaputa di tutti è la sua rivincita e al tempo stesso la sua vergogna; il segno della sua estraneità al mondo familiare e sociale di cui fa parte.

L'esordiente Meryem Benm'Barek, marocchina cresciuta in Belgio, osserva con sguardo critico la vicenda della sua protagonista, facendo emergere in modo sottile eppure spietato le radicate dinamiche sociali che la attraversano. La gravidanza segreta di Sofia svela l'arretratezza dei codici penali e morali del Marocco contemporaneo e di rimando lo scontro di classe fra le due famiglie coinvolte nel caso, entrambe decise per motivi diversi - l'onore per quella di Sofia, la sicurezza economica per quella di Omar - a nascondere dietro la facciata della rispettabilità questioni di puro interesse.


Aprile d'Essai

Mercoledì
1° maggio 2019

Ore 21.00

 

 

 

Biglietti:

Interi Euro 4.00

 

 

 

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Bohemian Rhapsody

Regia di Bryan Singer.
Con Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Aidan Gillen.

Da qualche parte nelle suburb londinesi, Freddie Mercury è ancora Farrokh Bulsara e vive con i genitori in attesa che il suo destino diventi eccezionale. Perché Farrokh lo sa che è fatto per la gloria.

Contrastato dal padre, che lo vorrebbe allineato alla tradizione e alle origini parsi, vive soprattutto per la musica che scrive nelle pause lavorative. Dopo aver convinto Brian May (chitarrista) e Roger Taylor (batterista) a ingaggiarlo con la sua verve e la sua capacità vocale, l'avventura comincia.

Insieme a John Deacon (bassista) diventano i Queen e infilano la gloria malgrado (e per) le intemperanze e le erranze del loro leader: l'ultimo dio del rock and roll.

Per il cinema le rockstar presentano un vantaggio: raramente muoiono nel loro letto, piuttosto di overdose, suicidi o annegati. Da qui l'affermarsi di un genere che è rimasto ormai senza fiato.

Un genere che segue uno schema obbligato: l'infanzia modesta, il trauma fondante, l'ascensione con prezzo annesso da pagare quasi sempre con una tossicodipendenza, la caduta, la redenzione a cui segue qualche volta la malattia e la morte. Insomma visto uno, visti tutti.

Ma a questo giro di basso 'immortale' era lecito aspettarsi di più. Invece in Bohemian Rhapsody, proprio come in Ray o in Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line, l'originalità non è in gioco. Quello che conta è la ricostruzione pedissequa e la performance emulativa degli attori.


Aprile d'Essai

Giovedì
2 maggio 2019

Ore 21.00

 

 

 

Biglietti:

Interi Euro 4.00

 

 

 

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A Star is born

Regia di Bradley Cooper.
Con Bradley Cooper, Lady GaGa, Sam Elliott, Andrew Dice Clay, Anthony Ramos, Bonnie Somerville.

Ally fa la cameriera di giorno e si esibisce come cantante il venerdì sera, durante l'appuntamento en travesti del pub locale. È lì che incontra per la prima volta Jackson Maine, star del rock, di passaggio per un rifornimento di gin.

E siccome nella vita di Jack un super alcolico tira l'altro, dalla più giovane età, i due proseguono insieme la serata e Ally si ritrova a prendere a pugni un uomo grande il doppio di lei, reo di essersi comportato da fan molesto. Il resto della storia la conosciamo: la favola di lei comincia quando lui la invita sul palco, rivelando il suo talento al mondo, poi sarà con le sue mani che scalerà le classifiche, mentre la carriera e la tenuta fisica e psicologica di lui rotolano nella direzione opposta, seguendo una china oramai inarrestabile.

La stessa storia, che nelle parole del personaggio di Maine, e nella versione di Bradley Cooper, terzo remake di uno dei melodrammi di maggior fama e successo della storia del cinema, assume l'immagine figurata delle dodici note che separano un'ottava dall'altra: la stessa dozzina, che può però produrre un suono molto diverso a seconda di come la si guarda.

Cooper, insomma, mescola a parole musica e cinema, nel nome dello spettacolo. Tramontata l'epoca dell'ingenuità esibita di Judy Garland e dell'espressività teatrale di James Mason (di cui non rimane che una battuta di dialogo), lontana parecchio anche dallo spirito anni Settanta del secondo remake, con Kristofferson e Streisand (citato nella scena del sopracciglio finto e, in qualche modo, con l'esistenza di un ranch), la versione di Bradley Cooper e Lady Gaga è più interessante per il modo in cui scompiglia ulteriormente le carte di genere dei personaggi e legge il vuoto del presente, piuttosto che per il risultato cinematografico, decisamente modesto.


Aprile d'Essai

Giovedì
9 maggio 2019

Ore 21.00

 

Biglietti:

Intero € 4,00

 

 

 

 

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C'è tempo

Regia di Walter Veltroni.

Con Stefano Fresi, Giovanni Fuoco, Simona Molinari, Francesca Zezza, Jean-Pierre Léaud.

Stefano è un quarantenne precario che svolge due mansioni: l'osservatore di arcobaleni e il guardiano di uno specchio che riflette i raggi del sole illuminando il paesino di Viganella, dove l'uomo si è trasferito insieme alla moglie Luciana.

Mentre fa la guardia allo specchio, Stefano viene raggiunto da una notaia che gli affida la tutela legale di un ragazzino, Giovanni, che risulta essere suo fratellastro, in quanto figlio di secondo (o terzo, o quarto....) letto di quel padre che Stefano non ha mai conosciuto.

Inizia qui un percorso di reciproca conoscenza fra il quarantenne sovrappeso e chiacchierone e il 13enne sottotaglia e compassato, che prenderà la forma di un road movie fra Emilia Romagna e Toscana.

È davvero difficile valutare C'è tempo, a prescindere da chi l'ha scritto, cosceneggiato e diretto, quel Walter Veltroni che è stato politico e direttore di giornale prima di cimentarsi con la scrittura creativa e il documentario filmico, e finalmente debuttare nel cinema di finzione.

È ancora più difficile perché l'identità del suo autore emerge da ogni singola inquadratura, come è normale che sia. C'è tempo tracima riferimenti cinematografici che dichiarano la passione cinefila di Veltroni, e che lo spettatore si può divertire a individuare.

Ma nonostante il regista si sia (saggiamente) circondato di solidi professionisti, da Doriana Leondeff alla sceneggiatura a Davide Manca alla fotografia, il suo film risulta ancora amatoriale, il che non toglie nulla alla genuinità dell'intenzione, ma molto alla qualità dell'esito finale.